Dott.ssa Elena Quadri

CHI SONO E COME LAVORO

Chi sono

Psicologa iscritta all’Albo Professionale dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia
(N° 03/16134).

Laurea Specialistica in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Conseguita l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologa, ho frequentato la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica (SPP) di Milano. Analisi personale con un analista membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.), dott. Sisto Vecchio.

Nel corso degli anni ho svolto il mio percorso formativo in differenti realtà: A.B.A. (Associazione Bulimia Anoressia) Milano, Comunità Protetta ad Alta Assistenza (C.P.A.) a Trezzo sull’Adda (MI), Centro Psicosociale di Gorgonzola (Azienda Ospedaliera di Melegnano, MI). Quest’ultima esperienza mi ha dato la possibilità di formarmi non solo nella psicoterapia individuale, ma di ricoprire il ruolo di osservatrice partecipante in psicoterapie di gruppo.

Attualmente, oltre all’attività come libera professionista presso il mio studio e il poliambulatorio con cui collaboro, ricopro il ruolo di operatrice psichiatrica in interventi di riabilitazione psicosociale a Milano.

Il mio metodo

Il mio orientamento è psicodinamico, secondo i più recenti approcci psicoanalitici. Tale metodo postula che il sintomo, si tratti di un disturbo specifico o di un malessere più indefinito e difficile da raccontare, vada decifrato nella propria origine. Esso ha un significato ben preciso, differente per ciascun soggetto; per questo motivo bisogna trattare ogni caso, come se fosse il primo, senza poter applicare trattamenti standard. Il sintomo ha radici nella storia di vita di ciascuno, sostenuto da modalità di pensiero e comportamento inconsce. I problemi che ci affliggono non capitano per sfortuna o per caso, la persona stessa è implicata – inconsciamente – in quello che succede. E se da un lato la natura inconscia del sintomo rende vani i continui sforzi per risolverlo, i ripetuti consigli e incoraggiamenti delle persone vicine, il mero ricorso ai farmaci o ai libri di autoaiuto, dall’altro offre al soggetto la possibilità di ingaggiare se stesso in un percorso di cambiamento. Paziente e terapeuta lavorano quindi insieme, avendo come obiettivo non tanto la semplice eliminazione del sintomo – che tornerebbe manifestandosi sotto altre forme – quanto la comprensione dell’origine e del significato, sempre unico per ciascun individuo, che esso riveste. Conferendo senso al malessere, si aprono alternative possibili al mero ripresentarsi del problema sempre uguale a se stesso.

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